Questa "Maddalena penitente", realizzata da Giampietrino, uno dei più fedeli seguaci di Leonardo da Vinci, appartiene a una tipologia di immagini molto diffusa nella Milano del primo Cinquecento: figure femminili a mezza figura, dalle pose eleganti e dai volti dolcemente malinconici. Il dipinto, acquistato dal marchese Malaspina dopo il 1808, era un tempo attribuito a Salaino, altro allievo di Leonardo. Gli studi successivi ne hanno riconosciuto la mano del Giampietrino, che in quest’opera fonde il suo tipico linguaggio con influssi leonardeschi: la morbida modulazione luminosa, i riccioli ondulati dei capelli e la resa atmosferica che sfuma i contorni. Il soggetto – una Maddalena penitente, identificabile dal vasetto di unguenti – fu particolarmente caro all’artista, che ne realizzò diverse varianti, tra cui quelle oggi a Brera e al Castello Sforzesco. Questo esemplare, databile intorno agli anni Venti-Trenta del Cinquecento, ha subito due restauri principali: il primo nel 1952, che ne raddrizzò la tavola, e il secondo nel 1991, volto a consolidarne il colore e a ritoccare piccole lacune. Il suo fascino risiede proprio nella delicata fusione di devozione e grazia formale, che incarna perfettamente il leonardismo di seconda generazione nella Milano del primo Cinquecento.
Gianpietrino (Giovan Pietro Rizzoli), (Milan documented between 1508 - 1540), Magdalene, Oil and tempera on panel, 55 x 43 cm
This Penitent Magdalene, created by Giampietrino, one of Leonardo da Vinci’s most faithful followers, belongs to a type of image widespread in early sixteenth-century Milan: half-length female figures with elegant poses and sweetly melancholic faces. The painting, acquired by Marquis Malaspina after 1808, was once attributed to Salaino, another of Leonardo’s pupils. Subsequent studies have recognized the hand of Giampietrino, who in this work blends his typical language with Leonardesque influences: soft luminous modulation, wavy curls of hair, and atmospheric rendering that blurs contours.
The subject—a penitent Magdalene, identifiable by the jar of ointments—was particularly dear to the artist, who created several variants, including those now in Brera and the Sforza Castle. This example, datable to the 1520s–1530s, has undergone two major restorations: the first in 1952, which straightened the panel, and the second in 1991, aimed at consolidating the color and retouching small losses.
Its charm lies precisely in the delicate fusion of devotion and formal grace, perfectly embodying second-generation Leonardism in early sixteenth-century Milan.

